È risaputo, e dimostrato da vari studi, che un breve sonnellino pomeridiano negli adulti aumenta la produttività e rallenta la comparsa della stanchezza. D’altra parte, però, si potrebbe pensare che alcuni disturbi del sonno tipici dell’anziano, quali le interruzioni del sonno notturno o un risveglio precoce al mattino, possano essere dovuti proprio al riposo pomeridiano. Lo studio di Munehisa Tamaki e colleghi è stato uno dei primi a dimostrare l’effetto positivo del sonno diurno nell’anziano.

A partecipare allo studio sono stati sei individui anziani sani, tra 66 e 78 anni. L’esperimento consisteva nel sottoporre i partecipanti a due diverse condizioni a distanza di una settimana: nella prima, i soggetti avrebbero dormito per trenta minuti dalle ore 13:00 alle ore 13:30, mentre nella seconda si sarebbero riposati da svegli guardando la televisione. Prima e dopo sia l’episodio di sonno che la condizione di controllo sono stati registrati i tempi di reazione a un test cognitivo, il tono dell’umore e la pressione sanguigna. Un breve sonnellino di 30 minuti è stato sufficiente a migliorare tutti i parametri presi in esame rispetto al trascorrere un uguale quantità di tempo da svegli. In particolare, la pressione sanguigna e i tempi di reazione risultavano diminuiti, mentre il senso di stanchezza e il senso di fatica nelle ore successive al riposo erano minori.

Lo studio dimostra come un breve riposo pomeridiano sia da considerare a tutti gli effetti un’abitudine sana che può migliorare la qualità della vita in diverse fasce d’età.