Seleziona la lingua

Resta sempre aggiornato sul mondo Sleepacta :

Sonno e Salute

Pattern individuali di suscettibilità e resistenza alla privazione di sonno

Home > News > Pattern individuali di suscettibilità e resistenza alla privazione di sonno
News cognition sleep deprivation

Numerose linee di ricerca hanno dimostrato come una durata del sonno ottimale sia necessaria a garantire il buon funzionamento cognitivo di tutti esseri umani. Uno studio pubblicato dalla University of Colorado Boulder può aiutarci a capire come ognuno di noi reagisca diversamente a una notte in bianco.

Che la privazione di sonno abbia un impatto significativo sulle funzioni cognitive è cosa ormai ben nota: stanchezza, irritabilità e difficoltà a concentrarsi sono solo alcune delle possibili conseguenze di una notte in bianco. Se poi la privazione di sonno diventa uno schema ripetuto – come nel caso dei lavoratori notturni – la situazione si complica, con un innegabile impatto negativo sulla salute fisica e mentale, sulla performance lavorativa, sulla sicurezza alla guida e sul posto di lavoro. Ma siamo tutti ugualmente suscettibili al deficit di sonno? O esistono pattern di resistenza individuali e individuabili?

È quel che si sono chiesti Sprecher e colleghi, che hanno sottoposto 20 adulti sani ad un protocollo di restrizione del sonno per 39 giorni. Oltre al monitoraggio di funzioni vitali, sonno, vigilanza, umore e sonnolenza percepita, i partecipanti sono stati sottoposti con intervalli regolari a batterie di test volti ad analizzare le loro funzioni cognitive. Nello specifico, sono stati valutati: funzioni esecutive, velocità di elaborazione cognitiva, attenzione visiva selettiva e mantenimento della veglia.

L’obiettivo è stato quello di identificare pattern di variabilità inter- e intra-individuali nella risposta alla privazione di sonno, e i risultati sono stati sorprendenti. Sembrerebbe infatti non solo che l’effetto della privazione di sonno abbia entità differente nei diversi partecipanti, ma anche che nello stesso individuo le funzioni cognitive colpite dalla privazione di sonno siano sempre le stesse: se un partecipante ha accusato maggiormente una riduzione dell’attenzione visiva selettiva, un altro è stato invece più provato nell’elaborazione cognitiva, un altro ancora nel mantenimento della veglia, secondo tratti individuali costantemente rilevabili nelle diverse condizioni sperimentali.

L’esistenza di un’individualità specifica e stabile di tratti più o meno suscettibili all’alterazione del sonno apre nuovi scenari per la tutela dei lavoratori con turni di notte, del loro benessere psicofisico e della loro performance lavorativa: essere consapevoli degli effetti della privazione di sonno sul singolo lavoratore consentirebbe infatti di sviluppare strategie di prevenzione personalizzate sulla base di quelle funzioni cognitive che più vengono compromesse durante una notte di lavoro. L’impatto positivo sulla qualità della vita che ne deriverebbe impone la necessità di continuare ad investigare sull’individuazione dei tratti specifici di suscettibilità e resistenza e sulle possibili contromisure da adottare.

Placeholder autore articolo
Melissa Torrisi